Ipotesi del Continuo/ The Continuum Hypothesis -IT|EN

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In matematica, lipotesi del continuo è una teoria avanzata da Georg Cantor che riguarda le dimensioni possibili degli insiemi di infinito matematico.

Cantor, dimostrò l’esistenza di insiemi infiniti di cardinalità diversa, ovvero una successione infinita di diversi infiniti.

Partendo da questo spunto, il quale suggerisce una continuità illimitata degli insiemi, la serie di opere presentate, vogliono riflettere sulla totale impossibilità di sottrarsi al ritmo dilatante dell’universo per ogni singolo elemento che lo abita e che a sua volta, crea altre espansioni e altre ancora.

Siamo nati nel suo espandersi e in ogni forma, anche la più semplice, risiede il suo ritmo.

Questo, scandisce il respiro e accompagna la mente fino ai confini indicibili dell’universo, ma è possibile coglierlo solo durante le lunghe ore di lavoro seduta con il telaio tra le mani.

Nelle opere ricamate e arricchite di elementi naturali che si legano alla tela quasi come una promessa di vastità, le figure, le parole cucite o i fiori legati a rami secchi, è come se volessero mostrarsi nella relazione invisibile con questo universo, la nostra casa abitabile.

“La casa è grande come il mondo.

Non lo compresi, finché una visione notturna mi rivelò che anche i mari e i Templi sono infiniti.

Tutto esiste molte volte, infinite volte…”  L’Aleph/J.Borges

Radici, spine, fiori, parole, volti, mani, etc…non sono altro che estensioni di insiemi di infiniti diversi, dentro ai quali le leggi della fisica non trovando più risposte concrete, si affidano al ritmo del suono del cosmo, lasciando che ogni domanda, apra l’indagine a un’altro insieme a sua volta infinito.

È un filo diventato seta invisibile, quello che accomuna le forme di questi fiori, un corpo che scompare nella tonalità della tela, lasciando la sua impronta, come una lieve superficie increspata di un anello d’acqua, che si propaga fino a raggiungere i movimenti circolari dell’universo, o un fiore di finocchio selvatico che estende le proprie inflorescenze come frattali a forma di stelle.

La mia ricerca, vuole far emergere un retro della tela, sulla quale avvengono tutte le trasformazioni possibili, tutti i passaggi invisibili dei gesti e dei movimenti della superficie, di cui noi non ne riconosciamo che le ombre, ma se percepiti, saremmo in grado di cogliere i codici con i quali la Natura ci parla e si svela.

“Se potessimo comprendere un solo fiore sapremmo chi siamo e cos’è il mondo.

Forse .. non c’è fatto, per umile che sia, che non racchiuda la storia universale e la sua infinita concatenazione di effetti e di cause.”

Borges/l’Aleph

Ilaria Margutti.

 

ENGLISH

In mathematics, the Continuum Hypothesis is a theory advanced by Georg Cantor concerning the possible dimensions of sets of mathematical infinity.

Cantor demonstrated the existence of infinite sets of different cardinalities, that is, an infinite succession of different infinites.

Starting from this point, which suggests an unlimited continuity of the sets, the series of works presented seek to reflect on the total impossibility of escaping the dilating rhythm of the universe for each element that inhabits it and that in turn, creates other expansions and more.

We were born in its expansion and in every form, even the simplest, lies its rhythm.

This marks the breath and accompanies the mind to the unspeakable boundaries of the universe, but you can only catch it during the long hours of work, sitting with the embroidery frame in your hands.

In the embroidered works and enriched with natural elements that bind to the canvas almost like a promise of vastness, the figures, the words sewn or the flowers tied to dried branches, it is as if they wanted to show themselves in the invisible relationship with this universe, our habitable home.

The house is as big as the world.

I didn’t understand it until a night vision revealed to me that even the seas and temples are infinite.

Everything exists many times, infinite times…”  The Aleph/J.Borges

Roots, thorns, flowers, words, faces, hands, etc… are nothing more than extensions of sets of different infinities, within which the laws of physics no longer find concrete answers, but rely on the rhythm of the sound of the cosmos, letting each question open the investigation to another togetherness, and its infiniteness in turn.It is a thread that has become invisible silk, that unites the forms of these flowers, a body that disappears in the shade of the canvas, leaving its mark, like a slight rippled surface of a water ring, which spreads until it reaches the circular movements of the universe, or a wild fennel flower that extends its flowering parts like fractals in the shape of stars.

My study seeks to bring out a back of the canvas, on which all the possible transformations take place, all the invisible passages of gestures and movements of the surface, of which we do not recognise more than shadows, but if perceived, we would be able to grasp the codes with which Nature speaks to us and reveals itself.

“If we could understand only one flower, we would know who we are and what the world is.

Perhaps… there is no fact, however humble it may be, that does not enclose universal history and its infinite chain of cause and effect.”

Borges/The Aleph

 

Ilaria Margutti.