24/02/2019
Il senso che si fa carne, di Lucia Lo Cascio
Articolo integrale su Inasherahart
Ilaria Margutti nata nel 1971 a Modena, attualmente vive a Sansepolcro, dove svolge la sua attività artistica oltre quella di insegnante di disegno e storia dell’arte.
Nel 1997 si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dal 2007 il ricamo diventa parte integrante del suo lavoro artistico fino a diventare il suo mezzo di indagine nell’atto creativo.
Ed è proprio da qui che parto, cercando il silenzio tra i pensieri che abitano la mia mente per farmi vuoto e accogliere l’opera di Ilaria.
Una sola parola risuona nel mio corpo e chiede di essere raccontata, questa parola è dono.
Farsi dono, essere dono è la verità insita in ogni essere umano, possiamo definirla capacità di contenuto, coscienza di essere uomo e appartenere alla Natura, alla Vita.
Non serve la verità se non sappiamo proteggerla, se non troviamo in essa quell’anima vulnerabile che vive soltanto in una condizione possibile, la stessa condizione che si trova nell’attimo unico della nascita di un bambino che viene accolto dalle braccia di sua madre.
La verità è il dono, il dono di tutti al Tutto che ci abita dentro, ci abita attorno.
L’uomo è una scatola aperta che aspetta di essere riempita, non conta il tempo che ci si impiega o il contenuto. Importante è l’apertura che estingue il senso stesso di necessità nel momento in cui si realizza. C’è un uomo che abita dentro se stesso e conserva nel suo interno il senso dell’esistenza, lui stesso è un dono, è il Dono, e tutto ciò che ha, che desidera, che fa, diventa dono.
C’è un messaggio insito in questa apertura dell’uomo e sta nel trasformare l’atto del ricevere in donazione, realizzazione dell’opera infinita, “dono donato” direi se prendessi in uso i termini della filosofia.
Questa verità che ci abita fin dalla nascita deve diventare cosciente cancellando l’idea di avere come volere.
Avere è importante nella misura dell’aver avuto in quanto ci rende uomini tra gli uomini, è ciò che ci ha reso possibile la vita ma non è, non può essere senso.
Ogni realtà senza un impulso esterno non muta e non evolve, rimane ferma, presente ma è assente la vita che si nutre della continuità di sé nella trasformazione, nell’addizione.
Si tratta di un procedimento di continuità a cui si arriva con la generazione di un’altra vita, ecco la fertilità.
Il dono è la verità che diventa vita cioè continuità attraverso l’atto che fa di esso materia viva.
La vita dunque vive nel darsi alla vita, la vita dell’altro è la nostra vita, non esiste distanza, non esiste l’altro.
Parlare di sé è parlale dell’altro che sono io nell’unità tra il sé e l’altro, nell’idea di indissolubilità della vita.
Questo ciò che vedo nelle opere della Margutti, l’umanità che si fa dono.
Nel cucirsi, nel rammendarsi non vi è chiusura. Io mi curo, mi aggiusto mi rendo degno di ciò che ho avuto nonostante il pensiero mi abbia distolto da ciò che sono, da quello che è, dal naturale processo dell’essere. Nel prendermi cura di me, aiuto il mio corpo a fiorire, mi faccio terra che dà frutti, sono il principio femminile che prende coscienza di sé ed è pronto a generare nell’infinito processo del farsi per darsi, accolgo per dare fino alla fine dei tempi.
Lucia Lo Cascio