La mappatura identitaria del corpo

Personale presso la Galleria Art Forum, Bologna

dal 11 al 18 maggio 2013

 

La mappatura identitaria dei confini corporei di Adriana M. Soldini

A volte ho come la sensazione di gettarmi addosso la vita,

per darmi modo di ricamare nuovi segni.

La bellezza intrecciata tra le dita.

Ilaria Margutti

 

Fra tutti i sensi, il tatto. E del suo corpo, la pelle.
È sulla pelle che Ilaria Margutti si analizza e si sperimenta.

Sollecitata dalla lettura del libro Predictionsdi Peter Handke nell’edizione illustrata daAurélie William Levauxe Isabelle Pralong, immette nuova energia nel ciclo La pelle avrà la fragilità della pelle,rivelando una maggiore consapevolezza del potere che ha in sé di essere l’artefice del proprio destino.

Pelle, l’esterno della casa in cui l’anima abita: il corpo. È l’ultima frontiera dell’essere a diretto contatto con il mondo e la prima linea di difesa dell’organismo contro le aggressioni esterne.

Epidermide, derma, ipoderma proteggono l’interno vulnerabile fatto di muscoli, ossa, organi interni, vasi sanguigni. Strati su strati di tessuti dallo spessore differente a seconda delle zone, a cui lei aggiunge uno strato in più: la garza.

La garza cura e permette la realizzazione della mappatura delle sue esperienze che il ricamo evidenzia, il rammendo rafforza, la larga trama fa defluire attraverso i pori all’interno del suo corpo per rafforzarne l’identità.

Sul disegno naturale della pelle, in un susseguirsi di solchi-rilievi-pieghe, Ilaria va a inserire rondelle metalliche dal contorno dentato, piccoli ingranaggi della sua storia che si snoda sull’uso sapiente del filo introdotto dall’ago senza più remora.

Non solo. Si permette di costruire staccionate di spilli e azzardare l’inserzione di spine, che paiono fungere da scaglie difensive come quelle dei pesci e dei rettili.

In punti precisi, sparge rametti di semi di papavero dal potere anestetico per ridurre la sensibilità oltre il livello di guardia. Sono i lembi estremi non ancora raggiunti dalla gestione del dolore, che ha imparato nel tempo senza dover narcotizzare le sue terminazioni nervose.

Conscia di sé nel Bene e nel Male, Ilaria espone orgogliosa la fragilità come un trofeo, dopo le mille battaglie vinte dalla sua pelle, dal suo corpo, dalla sua mente

Fu una donna, Arianna, a dare a Teseo il filo per uscire dal labirinto di Flavia Lanza