Figlie di Mami Wata|Abidjan

De L’Esprit e de L’Eau – Abidjan Cotè d’Ivoire

Residenza artistica ad Abidjan dal 10 al 22 novembre 2010

Progetto a cura di Virginia Ryan e sostenuto dal Consolato italiano in Costa D’Avorio.

Il tema affrontato, è quello della metamorfosi di un popolo attraverso la colonizzazione delle civiltà occidentali.

Da questo incontro/scontro, sono nate nuove figure mitologiche come appunto quello della sirena chiamata Mami Wata sia in Nigeria, Ghana e Costa D’Avorio.

Il mito nasce dalle immagini delle pulente delle prime navi conquistatrici che solcarono i mari per giungere nelle terre vergini dell’Africa. Mami Wata, letteralmente significa Mather Wather ed è una forzatura linguistica dall’inglese per definire il mito, la sirena, la divinità a cui affidare il proprio destino.

A questo mito sono legati soprattutto i desideri terreni, la donna pesce che viene dal mare e porta oggetti luccicanti, meccanismi strabilianti, lenti e altre piccole cose che venivano riconosciuti come talismani e amuleti dal potere magico di portare benessere e ricchezza.

Il mito di Mami Wata, si è così consolidato nelle varie popolazioni africane, tanto da diventare rito vudù, con il quale è possibile richiamare la sirena dall’oceano per far realizzare i propri desideri materiali, quali ricchezza, benessere, ma anche la maternità.

La mia opera è una veste bianca, quella indossata dalle sacerdotesse per richiamare la dea dalle acque durante i riti.

La veste è ricoperta di piccoli calchi bianchi di ombelico di diverse persone, perché la ricchezza richiede indietro sempre una identità, un’anima che diverrà poi, di proprietà della dea.

Per questo ho preferito non lavorare sulla forma della sirena, ma su quanto questa figura abbia influenzato il cambiamento religioso di un popolo.

Video della Residenza