S[corpo]ro di Adriana Soldini
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Senza timore porge il fianco allo spettatore, convinta che saprà capire. Nel ciclo Ilaria‘smend, vuole renderlo partecipe del
momento di dolore che l’aiuterà
a riparare il suo corpo ferito.
La postura di spalle cela con discrezione l’espressionedel volto nel momento in cui tradisce il ricordo del trauma subito. Solo lei sa quanto le costa conficcare più volte quell’ago, fare scorrere il filo nella sua carne violata. Ma è un male necessario per non perdere se stessa. La sua mano è decisa e i fotogrammi che ha scelto di mostrare la ritraggono mentre procede inesorabile nel suo intento.
Ilaria ha scelto un’arte antica per parlare di dolore, guarigione e riscatto; il ricamo è un’attività muliebre dagli albori dell’umanità.
Ha lasciato che l’ago, usato come una matita o un pennello, consentisse a quel filo di proseguire il suo cammino nel racconto di una storia individuale che l’arte rende collettiva. Sottile, ma resistente, il filo si torce, si tende, si annoda per tessere con pazienza e fierezza la rappresentazione di un corpo sinuoso e vibrante fino alla
sublimazione della convalida di una identità conforme a nuovi parametri.
Intriso dai forti contenuti esistenziali, il rammendo del corpo simboleggia il ricordo di una lacerazione della vita che deve restare come monito per il futuro. Il danno rende la donna
consapevole di essere diventata più “pericolosa”, perché ora sa di poter sopravvivere.
Come una medaglia al valore, la cicatrice sancisce il trionfo dell’unicità su quella forza omogeneizzante e senz’anima della nostra società che spinge verso un’innaturale perfezione.
ENGLISH VERSION
Without fear, she offers her side to the spectator, in the belief that he will understand.
In the series Ilaria‘s mend, she wants to let him participate in the moment of pain that will help her to mend her wounded body.
She gives her back to the spectator to hide the expression on her face as it reveals the memory of her trauma. She’s the only one who knows how painful it is to drive that needle and thread over and over into her violated chair. But she has to inflict this pain to herself, if she doesn’t want to get lost. Her hand is resolute and the chosen frames portray her as she relentlessly carry on her purpose.
Ilaria has chosen an ancient art to talk
about pain, healing and redemption. Embroidery is a female activity since the dawn of humanity. She allowed the needle, used as a pencil or as a brush, to let the thread tell an individual story that art makes universal. Thin but strong, the thread is twisted, stretched, knotted to patiently and proudly weave the representation of a
sinuous and quivering body and ultimately confirm a new identity
in conformity to new criteria.
Pervaded by deep existential meaning, the mending of the body
symbolizes the memory of a laceration in life that has to remain
as a warning for the future.
The damage makes the woman aware of the fact that she has become more
“dangerous” because now she is aware that she can survive.
As a medal of valor, the scar ratifies the triumph of uniqueness against
the homogenizing and soulless force
of our society that push us towards an innatural perfection.