SEGNI | SEMI – Residenza d’artista Cascina Granbego – Sassello (SV)
ILARIA MARGUTTI
SEGNI/SEMI
Residenza artistica e laboratorio con la cittadinanza.
Dal 13 al 23 agosto 2023.
Premio residenza d’artista di Cascina Granbego per Arteam Cup 2022.
La residenza artistica dal 13 Agosto vedrà ospite, al Rifugio Sciverna, Ilaria Margutti , vincitrice del premio Residenza d’Artista di Arteam Cup 2022.
#Arteam – #Espoarte – #LiviaSavorelli – #DiegoSantamaria
Ilaria Margutti realizzerà un’opera d’arte relazionale che permetterà ai partecipanti di raccontar-si unendo fili colorati in una grande tela, attraverso l’arte del ricamo in un’esperienza tra arte e scienza da vivere e da attraversare, nella quale ogni parola, ogni punto e ogni persona diventa elemento indispensabile della narrazione collettiva che ne conseguirà.
Residenze artistiche con il supporto di: Fondazione De Mari e Compagnia di San Paolo
“Se fosse possibile collegare ogni nostro luogo interiore, da un punto all’altro, potremmo tracciare strade e percorsi sentimentali fino a costruire una vera e propria mappa emotiva, costituita da luoghi amati e ostili, punti di svolta, bivi del dubbio e scelte di vita. Ogni mappa saprebbe così restituire graficamente le esperienze di ogni individuo.
[…]
Con il filo in punta di dita, Ilaria sovverte il normale trascorrere del tempo, lo dilata come le trame dei suoi tessuti, lo tratta con cura, annoda minuti, cotone e parole.”
Il 20 e il 21 agosto, in via G.B.Badano a Sassello (dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 18,00 circa) Ilaria Margutti terrà un laboratorio di ricamo dedicato alle incisioni rupestri ritrovate sul Monte Beigua aperto a chiunque vorrà lasciare il proprio segno, simbolo o disegno.
Il laboratorio non richiede competenze specifiche ed è rivolto a tutti coloro che sono interessati a conoscere la storia e l’origine delle incisioni, ma anche a creare insieme rielaborazioni simboliche contemporanee, finalizzate alla realizzazione di una grande tela collettiva ricamata, che rimarrà di proprietà dell’associazione e a disposizione di chiunque vorrà conoscerne l’origine.
Partendo dai segni della cosiddetta “arte rupestre”, già rintracciati in diversi luoghi nei pressi del Monte Beigua grazie a decenni di ricerca da parte di studiosi e archeologi, l’obiettivo dell’opera è quello di raccogliere una serie di “impronte” preistoriche e moderne, per creare una continuità narrativa e congiungere con un filo la storia dell’evoluzione simbolica dell’essere umano.
La Storia è una stratificazione e un intreccio di eventi che passano anche dal segno inciso o disegnato a cui l’uomo ha sempre ricorso per definire un territorio, un’appartenenza o per orientarsi con le stelle; ri-scoprire e ri-leggere in chiave moderna le simbologie antiche, ci permette di riavvicinarci a come i territori venivano attraversati, alle relazioni incontaminate tra essere umano e Natura, ma soprattutto a ristabilire un dialogo con il Tempo, il Rito e il Sacro, sempre più offuscati dalla nostra cultura contemporanea.
Questi sono tutti gli elementi che riguardano anche il concetto di ricamo che Ilaria vuole portare alla luce grazie al suo lavoro.
Richiamando la comunità a raccogliersi intorno a un tavolo per dedicare un tempo lento alla realizzazione della grande tela intitolata SEGNO/SEME, Ilaria vorrebbe riflettere e far riflettere, sul senso di fecondità che questi segni preistorici custodiscono, come semi primigeni della narrazione umana in contatto con la sacralità della Natura.
Citazione tratta dal libro Chiari del bosco di Maria Zambrano.
– Nella notte dell’essere, attraverso la chiarezza della coscienza che non la dissipa, scintillano segni, segni del regno della matematica, e anche figure di altri regni, del regno del sacro o che tende ad esserlo, principalmente.
Invocano, minacciando di convertirsi in ossessioni, di essere decifrati; si impongono come stazioni da percorrere, come passi da compiere al di fuori o più in là del cammino di chi se lo sia tracciato anzitempo, con la sua sola, squallida ragione. Si aggirano e volteggiano questi segni nelle figure dell’artista e in quelle del visionario. Molte di esse fantasmi di qualcosa, essere o evento, percepito realmente nella vita quotidiana, percepito realmente ma non veridicamente. E così la sua figura immaginaria perseguita come la verità inavvertita, come la ragione lasciata a mezz’aria.
Segni, figure, paiono così essere come germi di una ragione che si nasconde per dare segnali di vita, per attrarre; ragioni di vita che, più che rendere conto, secondo l’unica funzione abitualmente attribuita alle ragioni e persino alla ragione nel suo insieme, e più che fornire un appiglio alle spiegazioni di ciò che accade o meno, invitano ad alzare gli occhi verso una ragione, la prima, a una ragione creatrice, che nella vita dell’uomo ha da essere modestamente – adeguatamente – la ragione fecondante.
Semi, dunque, questi segni e figure, di una conoscenza che impone e promette, all’essere che li guarda, la prosecuzione e lo sviluppo della sua vita. Già all’interno della nostra tradizione razionalista, gli stoici parlarono di « ragioni seminali », espressione che adesso non ci risulta più tanto chiarificatrice per via di quanto la parola Ragione ha perso, di quanto si è logorata col trasformarsi in astratta, quasi volesse essere la traduzione fedele del « logos ». E la stessa cosa sta capitando ai termini « semi », « germi », in quanto riferiti oggi solo ed esclusivamente al biologico. –
Ilaria Margutti (Modena 1971), vive e lavora a Sansepolcro (AR).
Da anni ha introdotto l’utilizzo del ricamo nella sua ricerca artistica, attraverso la quale cerca di ristabilire il dialogo con il trascorrere del tempo nel gesto lento del filo, fatto di narrazione e riscoperta dei ritmi della Natura.
Grazie alle residenze artistiche, ha potuto creare diverse opere collettive realizzate a ricamo, volte alla rilettura narrativa dei propri territori e alla riscoperta dell’incontro intorno al tavolo da ricamo.