18/04/2022
SIA LUCE
SIA LUCE
installazione dell’opera Il corpo mancante, presso la Cattedrale di Biella
a cura di Irene Finiguerra
dal 27 aprile al 14 luglio.
«Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? […]
Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!»
(1Cor 6,19-20).
L’installazione di Ilaria Margutti, Il corpo mancante, è legato al periodo della pandemia, quando l’isolamento fisico ha costretto molte persone a un lungo momento di solitudine e di riflessione.
Bombardati da bollettini che ci hanno messi di fronte alla fragilità delle nostre vite, agli annunci di morte che si sono susseguiti con numeri sempre crescenti, ognuno di noi ha reagito in modo diverso.
Cosa può fare un’artista? Ilaria ha ricamato, come lei sa fare magistralmente, alcune poesie partendo dalle parole suggerite da alcuni amici, durante il primo periodo di chiusura a causa della pandemia.
Il risultato è un ricamo che ricuce il presente, creando legami visibili tra parole, pensieri e gesti.
“…Nella necessità di nutrire la connessione interrotta tra me e l’altro, ho iniziato a ricamare poesie, concentrandomi sul gesto che crea il ritmo, sul filo che lega nel silenzio le parole e sull’ago, che attraversa la tela del tempo nell’intreccio di eventi invisibili. Avevo bisogno di incontrarmi con un nuovo ritmo, ripulire il pensiero, distaccarmi dalla confusione dei bollettini, ma allo stesso modo, vivere intensamente dentro a questa eccezionale condizione di assoluta solitudine e distanziamento fisico…”
Il filo sulla tela diventa il suo pennello che traccia parole dense e intime consegnando valore a un gesto antico, che le donne hanno sempre compiuto in silenzio o solo in condivisione con altre donne. Ogni vita è fatta di trame, di fili intrecciati che diventano parole sacre nei suoi lavori.
“…Alla fine, ho ricamato 17 poesie mie, 4 di Antonella Anedda e 2 di amici che hanno voluto rispondere alla chiamata in modo più partecipativo, per un totale di 24 pezzi di 30x70cm l’uno, poi montati su telai sottili, in modo che ogni fazzoletto potesse mantenere la propria natura leggera, mostrando di sé anche il retro del ricamo, come fosse una mappa nella mappa, nell’infinito decifrare”.
Di fronte a questa opera ognuno di noi cerchi di leggere il testo e di decifrare le parole ricamate. Si sforzi di recuperare il ritmo lento, la pazienza di infilare il filo nel tessuto, di ricamare una parola: è un esercizio per le nostre anime. È una preghiera che comporta una sosta alla fretta del vivere quotidiano e porta pulizia nei nostri pensieri.
Irene Finiguerra
Ilaria Margutti (Modena 1971), vive e lavora a Sansepolcro, dove svolge l’attività artistica e quella di docente di storia dell’arte. Nel 1997 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha collaborato con diverse gallerie in Italia e in Europa. Nel 2008 le sue opere sono finaliste in tre premi internazionali: Arte Laguna, Arte Mondadori e premio Embroideres’ Guild di Birmingham. Nel 2010 è in Costa d’Avorio per il progetto De L’Esprit e de L’Eau sostenuto dal Consolato Italiano. Ha seguito progetti per la diffusione dell’arte contemporanea in collaborazione con il Museo Civico di Sansepolcro.
Dal 2013 è direttore di CASERMARCHEOLOGICA, spazio per la sperimentazione artistica contemporanea a Sansepolcro; assieme a Laura Caruso ne cura il recupero e la progettazione.