Il Giardino delle Somiglianze | Workshop

IL GIARDINO DELLE SOMIGLIANZE | workshop per un’opera collettiva 

Lumen | Nidi per scintille

Come raggiungerci >> c/o La Favela Chic: via Chiesuola, 70 – Russi (RA)

 

I libri che mi scelgono, mi portano a incedere sui soliti interrogativi e a perseguire sentieri che, pur aprendosi a infinite direzioni, mi conducono presso lo stesso  paesaggio ricorrente, il quale a sua volta si mostra sempre più ricco di nuovi elementi e di dettagli insoliti, evolvendosi in un territorio complesso, elaborato e profondo.

Tre di questi libri in particolare, i quali negli ultimi anni ho lasciato che influenzassero la mia ricerca artistica, usano la metafora del paesaggio naturale come luogo della psiche, sviluppando un pensiero che crea mondo partendo dal  punto comune del porsi domande inserite in altre ancora:

La politica della bellezza” di Hillman

Meditazioni del Chisciotte” di Ortega

e “Il libro delle Somiglianze” di Jabès

Tutti e tre gli autori, imbastiscono un territorio che si estende all’infinito dentro al quale, ponendo i propri interrogativi al paesaggio che attraversano, delineano una mappa in grado di orientarli all’interno dei labirinti della scrittura.

Esortano dunque il lettore ad abbandonare l’affannoso inseguimento nel cercare risposte e di concentrarsi ad accrescere la complessità della domanda iniziale, come se la stessa potesse avere l’aspetto di un possibile giardino pronto per essere creato e, al contempo, incarnare il luogo in costante compimento per contenere tutte le domande possibili.

Un giardino è lo spazio, nel quale ogni elemento si manifesta: alberi, sentieri, ponti ma anche intuizioni, insegnamenti, relazioni.

Il giardino è il luogo metaforico della nostra anima, che non dovrebbe crescere spontaneamente, ma che ha bisogno di essere rastrellata, potata, sistemata, ha bisogno di sostegni e perfino di contenuti insoliti che vengono da lontano.

Il giardino è natura lavorata e, come l’anima, chiede di prendersene cura, di essere costruito, consolidato e allo stesso tempo di restare naturale. ( Hillman)

Ecco perché il giardino può essere connotato come il luogo delle somiglianze che si crea a partire dalle nostre domande, essendo metafora della nostra psiche, esso sarà somigliante a colui che se ne prenderà cura e ai suoi metodi nel farlo.

Da quando ho iniziato a ricamare mi sono incontrata/scontrata, con un nuovo significato di creazione dell’opera e mi sono resa conto che il vuoto è molto più vasto del pieno, l’invisibile è molto più importante del visibile e il tempo che trascorre dentro la creazione, non è un tempo lineare, ma una successione di eventi intessuti l’uno nell’altro.

Il filo è un flusso che intreccia, pensa e si muove seguendo linee circolari che si espandono fino ai confini dell’universo e, in questa lunga traccia temporale, fatta soprattutto di cura e di attesa, l’opera non è altro che il territorio sul quale vanno a depositarsi tutte le domande possibili e le trasformazioni invisibili, essendo attuazione di ciò che è accaduto.

Ogni creazione è compimento di somiglianza è l’atto con cui essa assume il rischio di affermarsi. ( Jabés)

Una domanda è un luogo, mille domande sono mille luoghi e il filo non è altro che uno strumento per condurci nei luoghi delle domande che costruiscono e costituiscono il giardino.

Somigliare al nostro giardino, significa sforzarsi per orientarsi negli interrogativi che ci poniamo, per accettare di essere quella creazione.

Nel tempo possibile di una giornata, vorrei creare un’opera collettiva che possa esprimere la somiglianza al giardino, dandoci modo di entrare nel luogo di quella natura lavorata, citata da Hillman, per costruire e consolidare il dialogo che si intreccia alla creazione, all’invisibile e alla scrittura come relazione.

Partendo dalle nostre domande, dai libri citati e da altre strane congetture dell’artista, costruiremo un giardino sospeso nel dialogo.

[…] Pensare, scrivere, è rendersi somiglianti.  (Jabès)

Programma

19 LUGLIO ore 18.00 (facoltativo ma consigliatissimo)
passeggiata lungo il fiume Montone per raccogliere rami e fiori secchi necessari all’opera

E’ possibile dormire in tenda all’interno degli spazi della La Favela Chic. La sera del venerdì 19 è prevista una performance del collettivo hospites per chi resta a dormire.

20 LUGLIO
ore 10.30-13.00
ideazione e primi passi per la realizzazione del’ opera
ore 15.00- 18.00
realizzazione e allestimento delle opere negli spazi della FAVELA Chic: ciò che verrà prodotto sarà mostrato durante Lumèn Nidi per Scintille 2019

Materiali per il workshop:
telai da ricamo, fili, stoffa aghi e altro materiale necessario (portati dall’artista)

Ogni partecipante deve portare una o più domande personali che vorrebbe vedere inserite nel giardino delle somiglianze.

Non sono richieste competenze di alcun genere, ma solo la predisposizione al dialogo, alla concentrazione e la voglia di prendere in mano ago e filo.
Si richiede coraggio per l’insolito e cura per il solito, amore per le camminate e sguardo poetico lungo il fiume.
Ogni partecipante potrà scegliere se riprendersi la propria creazione a fine serata, o se vorrà lasciarla in dono a Lumèn.

Contributo per i materiali
15 € a persona
Per iscrizione (obbligatoria) o info: lumen.contatti@gmail.com

Ilaria Margutti (Modena, 1971), artista e docente di storia dell’arte diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ha collaborato con diverse gallerie in Italia e all’estero. Le sue opere sono state finaliste in tre premi internazionali.
Partita da uno stile pittorico di derivazione espressionista, dal 2007 inizia a usare il ricamo come elemento fondamentale della sua ricerca, inteso come un laborioso percorso creativo che, gentile e raffinato, costruisce lentamente la figura, mettendosi alla prova nelle sue prodigiose manifestazioni, mai complete se non nell’evoluzione finale.
Quello della Margutti è un cammino di indagine introspettiva e identitaria. Partita da uno stile pittorico di derivazione espressionista, dal 2007 inizia a usare il ricamo come elemento fondamentale della sua ricerca, diventando così il linguaggio in cui sente meglio rappresentata la propria poetica. Una tecnica densa di significati simbolici sulle origini del femminile e intensamente collegata a una ricerca identitaria, che affonda le proprie radici nella storia greca.