Ipotesi del Continuo | Museo del Merletto e del Tessuto
Ipotesi del Continuo
Dal 16 giugno fino al 15 settembre le opere di Ilaria Margutti saranno ospitate a dialogare con i tessuti e gli antichi merletti della tradizione esposta al Museo del Ricamo e del Tessile di Valtopina,
via Gorizia 19/30 (PG)
Orari di apertura:
mercoledì e sabato dalle 16,00 alle 18,30
o su appuntamento allo +39 33934072299
L’inaugurazione della mostra è inserita nel programma della “Festa del filo, aspettando la Biennale”
Un ringraziamento particolare, va a Maria Mancini, che da tempo si impegna per la realizzazione di questo progetto e che da sempre sostiene la necessità di creare un dialogo tra arte contemporanea e tradizione attraverso le tecniche del ricamo e della tessitura.
Alcune delle opere presenti alla mostra, fanno parte della nuova produzione e per la prima volta vengono presentate al pubblico.
Ipotesi del Continuo
In matematica, l’ipotesi del continuo è una teoria avanzata da Georg Cantor che riguarda le dimensioni possibili per insiemi di infinito matematico.
Cantor, dimostrò l’esistenza di insiemi infiniti di cardinalità diversa, ovvero una successione infinita di diversi infiniti.
Partendo da questo spunto, il quale suggerisce una continuità illimitata degli insiemi, la serie di opere presentate, vogliono riflettere sulla totale impossibilità di sottrarsi al ritmo dilatante dell’universo per ogni singolo elemento che lo abita, creando espansioni consecutive e perpetue.
Siamo nati nel suo espandersi e in ogni forma, anche la più semplice, risiede il suo ritmo.
“Questo, scandisce il respiro e accompagna la mente fino ai confini indicibili dell’universo ed è possibile coglierlo durante le lunghe ore di lavoro seduta con il telaio tra le mani.”
Nelle opere ricamate e arricchite di elementi naturali che si legano alla tela quasi come una promessa di vastità, le figure, le parole cucite o i fiori legati a rami secchi, è come se volessero mostrarsi nella relazione invisibile con questo universo, la nostra casa abitabile.
“La casa è grande come il mondo.
Non lo compresi, finché una visione notturna mi rivelò che anche i mari e i Templi sono infiniti.
Tutto esiste molte volte, infinite volte…” L’Aleph/J.Borges
Radici, spine, fiori, parole, volti, mani…
non sono altro che estensioni di insiemi di infiniti diversi, dentro ai quali le leggi della fisica non trovando più risposte concrete, si affidano al ritmo del suono del cosmo, lasciando che ogni domanda, apra l’indagine a un’altro insieme a sua volta infinito.
È un filo sottile e impercettibile come la seta, quello che accomuna le forme di questi fiori, un corpo che scompare nella tonalità della tela, lasciando la sua impronta, come una lieve superficie increspata di un anello d’acqua, che si propaga fino a raggiungere i movimenti circolari dell’universo, o un fiore selvatico che estende le proprie inflorescenze come frattali a forma di stelle.
La mia ricerca, vuole far emergere il retro della tela, sulla quale avvengono tutte le trasformazioni possibili, tutti i passaggi invisibili dei gesti e dei movimenti della superficie, di cui noi non ne riconosciamo che le ombre, ma se percepiti, saremmo in grado di cogliere i codici con i quali la Natura ci parla e si svela.
“Se potessimo comprendere un solo fiore sapremmo chi siamo e cos’è il mondo.
Forse .. non c’è fatto, per umile che sia, che non racchiuda la storia universale e la sua infinita concatenazione di effetti e di cause.” L’Aleph/J.Borges
Ilaria Margutti